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Ziliani: "Operazione di mercato che gridava vendetta e che non stava né in cielo né in terra"

Paolo Ziliani attraverso il suo profilo X ha messo in evidenza alcune operazioni di mercato degli anni scorsi della società bianconera.


Gaetano BrunettiGaetano BrunettiGiornalista

14/08/2024 14:07 - Interviste
Ziliani: Operazione di mercato che gridava vendetta e che non stava né in cielo né in terra

Paolo Ziliani, giornalista noto per le sue inchieste nel mondo del calcio, attraverso il suo profilo X evidenzia: "Il dubbio del giorno è: ma i soldi dati a Raiola facevano giri immensi e poi ritornavano? E se sì, nelle tasche di chi? Dopo la scoperta fatta dalla Procura di Torino di un misterioso debito da 13,5 milioni della Juventus nei confronti dell'agente non motivato a bilancio e la notizia, resa nota ieri, degli 8 milioni pagati dall'agenzia Raiola per sanare 90 milioni di commissioni mai dichiarate, ora la curiosità è: dove finivano realmente tutti i soldi messi nelle tasche dell'agente? Ne avevo parlato pochi giorni fa in un articolo per i miei abbonati su Substack: lo scandalo delle commissioni pagate agli agenti dai club di Serie A, le più alte in Europa nonostante la stragrande maggioranza dei nostri club sia letteralmente - finanziariamente parlando - alla canna del gas. In particolare mi ero soffermato ad analizzare l’incredibile caso di Mino Raiola, oggi scomparso, e cioè il procuratore che nel 2016, agevolando il trasferimento di Pogba dalla Juventus al Manchester United per 105 milioni aveva trattenuto per sè 27 milioni datigli dalla Juventus più 2,6 avuti dal giocatore; e in più, extra budget, era stato remunerato dal Manchester per 19,4 milioni. Totale guadagno dell’agente: 49 milioni. Per un solo affare di mercato".


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Poi aggiunge: "Io di questa operazione di mercato che gridava vendetta e che non stava né in cielo né in terra avevo scritto subito denunciandone la palese mostruosità; e non avevo mai mollato l’osso, anche perché l’usanza di riconoscere a Raiola commissioni a dir poco esorbitanti era sempre d’attualità, anzi s’ingigantiva ad ogni sessione di mercato che il buon Dio mandava in terra. Quando la Juventus nell’estate 2019 acquistò per 75 milioni De Ligt - guarda caso assistito da Raiola - dall’Ajax riconoscendo al procuratore una parcella da 10,5 milioni, scrissi questo articolo (e altri ancora) sul Fatto Quotidiano. E l’anno dopo, estate 2020, continuai a denunciare la stortura (eufemismo) in atto con tutta una serie di articoli e tweet. Molto espliciti. Come questo che vedete".


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"Suggerivo cioè, apertamente e letteralmente, di andare a vedere che fine facessero tutti quei soldi indirizzati nelle tasche dell’agente: e dove si fermassero realmente. Ebbene, la notizia del giorno è che tre società estere attraverso le quali Raiola operò in Italia negli anni in questione, dal 2016 al 2020, per la precisione una maltese e due inglesi, hanno raggiunto un accordo con l’Agenzia delle entrate alla quale hanno versato 8 milioni dopo che la Guardia di Finanza aveva accertato 90 milioni di commissioni fatturate ai club italiani da Raiola ma mai dichiarate al Fisco. Si citano in particolare le operazioni compiute con la Juventus per la cessione di Pogba, l’acquisto di De Ligt e la cessione di Kean all’Everton, col Milan per il rinnovo contrattuale di Donnarumma, col Napoli per l’acquisto di Lozano dal PSV e di Manolas dalla Roma. Secondo la Guardia di Finanza queste società maltesi e inglesi di Raiola operavano in Italia grazie a una “stabile organizzazione personale” non dichiarata".

"Nel mio pezzo postato pochi giorni fa scrivevo testualmente: “Se nessuno di voi ha fatto pensieri strani sulla destinazione finale di quella montagna di soldi, alzi la mano”. Io, specie dopo aver ascoltato testimonianze dirette di addetti ai lavori vicini ai personaggi interessati dagli eventi, qualche pensiero strano l’avevo fatto: così come tempo dopo l’avevano fatto, e certamente più a ragion veduta, i magistrati della Procura di Torino che spulciando nella cloaca dei bilanci della Juventus avevano scoperto cose a dir poco strane, a cominciare da un misterioso debito di 13,5 milioni del club nei confronti dell’agente Mino Raiola che in nessun modo i bilanci spiegavano".

"In cosa esattamente consistesse questa “opacità dei rapporti” tra la Juventus e il re degli agenti Mino Raiola lo capiremo, si spera, quando il processo penale a carico degli allora dirigenti Agnelli & company verrà celebrato. Di certo, al di là dei 90 milioni di commissioni mai dichiarati al Fisco da Raiola e oggi sanati dal fratello Vincenzo Raiola e dall’avvocato brasiliano Rafaela Pimenta (che gli sono succeduti alla guida dell’agenzia) col versamento di 8 milioni, la domanda più importante, quella che rimane sospesa a mezz’aria tenendo tutti col naso all’insù e alla quale sarebbe il caso di provare a dare una risposta è: che giri facevano esattamente tutti quei soldi dati a Raiola? Come gli amori cantati da Venditti, facevano forse giri immensi e poi ritornavano? E se sì, per la precisione, nelle tasche di chi? Ah, saperlo!". Ha concluso Ziliani.


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Gaetano BrunettiGaetano Brunetti
Giornalista pubblicista dal 2012, da sempre amante del giornalismo, in passato ha collaborato tra l'altro con Cronache di Napoli ed Il Roma. Si definisce un reporter libero, on the road.

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